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FORMAZIONE

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-03-26 ad oggi 2010-03-26

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Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

…..

 

AVVENIRE

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2010-03-26

26 Marzo 2010

FIAT

Montezemolo: "In Italia le radici della Fiat"

Marchionne contro politici e sindacati

Nel futuro della Fiat non c'è un disimpegno dall'Italia. Lo ha assicurato il presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, aprendo stamane l'assemblea degli azionisti, che dovrà per deliberare sul bilancio 2009 e su un nuovo programma di acquisto di azioni proprie. "Anche tutte le grandi operazioni internazionali che abbiamo realizzato - ha detto Montezemolo - sono state fatte pensando all'Italia, che è il focus in ogni nostra azione. La storia, le radici, il nostro cuore saranno sempre in Italia". Lo ha ribadito anche l'amministratore delegato Sergio Marchionne: "La Fiat non è andata all'estero per capriccio nè per dimenticare l'Italia. Ci siamo andati per rendere questa azienda più forte. Abbiamo allargato la base per rendere il baricentro più stabile".

Su di noi tiro al bersaglio. Marchionne ha respinto nuovamente le accuse nei confronti del Gruppo, accusando sindacati e imprese di "tiro al bersaglio" nei confronti del Lingotto: "Non parlo dei giornalisti, che fanno il loro mestiere - ha precisato - ma di esponenti del mondo politico, sindacale e purtroppo anche imprenditoriale. Non pretendiamo le fanfare, ma non sono giusti neanche i fischi gratuiti". Al contrario, per l'ad della Fiat "l'azienda merita stima e rispetto".

I dividendi. In particolare, Marchionne non accetta di essere messo sotto processo per la distribuzione dei dividendi: "Pagare il dividendo è un atto dovuto". E neanche per la prossima chiusura di Termini Imerese: "Non chiuderemmo Termini se ci fossero delle alternative". Al contrario, l'ad della Fiat ha rivendicato i risultati raggiunti dal 2004 a oggi: "La gara di detrattori l'abbiamo già vista, così come abbiamo visto che si sbagliano sempre". Marchionne ha fatto riferimento in particolare agli esponenti sindacali: "I toni e i comportamenti di alcuni esponenti, specie di parte sindacale, danno l'idea che le cose che abbiamo fatto non sono state capite o non sono state volutamente apprezzate, significa vivere in un altro mondo".

Anche Montezemolo si è dimostrato fiducioso sulle prospettive per il 2010: "La fase peggiore e più drammatica l'abbiamo lasciata alle spalle e iniziamo a intravedere una ripresa che sarà lunga e lente. Il gruppo Fiat è in buone condizioni".

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-03-26

la relazione agli azionisti: "il mercato europeo dell'auto in calo del 15% nel 2010"

Marchionne accusa politici e sindacati

"Contro di noi un tiro al bersaglio"

Poi l'amministratore delegato di Fiat rassicura: "Il baricentro di Fiat resta in Italia"

la relazione agli azionisti: "il mercato europeo dell'auto in calo del 15% nel 2010"

Marchionne accusa politici e sindacati

"Contro di noi un tiro al bersaglio"

Poi l'amministratore delegato di Fiat rassicura: "Il baricentro di Fiat resta in Italia"

Da sinistra a destra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne (Tam-Tam)

Da sinistra a destra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne (Tam-Tam)

MILANO -"Fiat non è andata all’estero per capriccio e dimenticando l’Italia, ma l’ha fatto per crescere, senza spostare il nostro baricentro che rimane italiano, abbiamo solo allargato la base operativa". Rassicura gli azionisti l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne parlando all'assemblea. Ma poi avverte: "Oggi stiamo vivendo un altro gioco pericoloso, un nuovo tiro al bersaglio contro la nostra azienda". "Mi riferiscono - ha precisato Marchionne - non solo a quello che scrivono i giornali, che nella maggior parte dei casi fanno il loro lavoro e riportano dichiarazioni, penso piuttosto alle dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, sindacale e a volte imprenditoriale. La Fiat non pretende di essere salutata ogni giorno con le fanfare, ma non troviamo giusti nemmeno i fischi gratuiti, ci piacerebbe vedere un po' di equilibrio".

CREDIAMO NEL FUTURO DEL PAESE - "Nessuno può dire che viviamo alle spalle dello Stato o che vogliamo abbandonare il Paese" sottolinea ancora Marchionne. "Crediamo nel futuro italiano del Paese - ha aggiunto Marchionne - quello che va bene per l'Italia va bene anche per noi, ma non esistono rapporti a senso unico". Per questo motivo, Marchionne ha chiesto "rispetto per la Fiat, che fa delle gran belle macchine", e ha ricordato che le va riconosciuta "libertà di agire nel contesto mondiale". "Ogni azienda - ha detto al riguardo - ha il diritto e il dovere di fare le proprie scelte".

TERMINI IMERESE - "Fiat intende assumersi le sue responsabilità per Termini. Stiamo facendo la nostra parte perchè il passaggio avvenga nel modo meno brusco possibile" ha poi aggiunto l'amministratore delegato del Lingotto. Da parte nostra, ha ribadito Marchionne, "c'è il massimo spirito di collaborazione con il governo. Siamo totalmente disponibili a valutare il tipo di supporto che Fiat può dare e pronti a mettere a disposizione lo stabilimento". "Sappiamo - ha aggiunto - che i sindacati tra le varie iniziative privilegiano quelle con vocazione automobilistica. Voglio ribadire che la collaborazione di Fiat ci sarà anche in questo caso". Per gli investimenti nell'impianto di Termini Imerese, ma anche per la gestione della cassa integrazione negli ultimi dieci anni la Fiat ha dato più di quanto ricevuto dalla Stato ha poi rimarcato Tremonti.

POLITICI E SINDACATI - "A volte ho l’impressione che il mondo politico e i sindacati non si rendano conto delle dimensioni della crisi che ha investito il nostro Paese, che riguarda solo in parte il settore dell’auto" ha detto ancora Marchionne. Alcuni esponenti sindacali sembrano "vivere in un altro mondo" ha sottolineato Marchionne, durante l'assemblea. "Neanche di fronte al crollo del mercato abbiamo ceduto a soluzioni radicali - ha detto - nel 2009 abbiamo fatto 30 milioni di ore di Cassa integrazione per evitare i licenziamenti. I toni e i comportamenti di alcuni esponenti sindacali invece mi danno l'idea che queste cose non siano state capite o apprezzate volutamente. Chiedere soluzioni incompatibili con la crisi significa vivere in un altro mondo".

MERCATO - Il mercato europeo dell'auto scenderà nel 2010 del 15% ha affermato ancora Marchionne, durante l'assemblea. "Siamo arrivati a livelli così bassi che non si vedevano dal '94 - ha detto - nel giro di tre anni si è perso un quarto dei volumi precedenti".

DATI DI BILANCIO - Il fatturato del Gruppo Fiat, pari a 50,1 miliardi di euro, e diminuito del 16% rispetto ai livelli record del 2008 ha successivamente rimarcato Marchionne, precisando che il calo è stato più marcato nella prima parte dell’anno e si è progressivamente ridotto nei mesi successivi". "L’ultimo trimestre infatti - sottolinea Marchionne - ha registrato un aumento del ricavi del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2008".

MONTEZEMOLO - "La fase peggiore e più drammatica l'abbiamo lasciata alle spalle e iniziamo a intravedere una ripresa che sarà lunga e lente. Il gruppo Fiat è in buone condizioni" aveva affermato in precedenza il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, sempre all'assemblea degli azionisti. "Anche per la Fiat - ha detto Montezemolo - il 2009 è stato un anno complicato, in tutti i settori, in particolare per i veicoli industriali e le macchine movimento terra. L'azienda ha saputo reagire con velocità raggiungendo e addirittura superando gli obiettivi che c'eravamo prefissati. La nostra storia, le nostre radici e il nostro cuore sono e saranno in Italia".

Redazione online

26 marzo 2010

 

 

 

 

Bersani davanti ai cancelli di Mirafiori

"Mi aspetto un'inversione di tendenza"

Il leader Pd incontra i lavoratori della Fiat: "Bisogna tornare a occuparsi dei problemi della gente"

TORINO - Alle Regionali "mi aspetto un'inversione di tendenza rispetto ad anni nei quali abbiamo preso batoste. Mi aspetto di conquistare la maggioranza delle Regioni in palio". Pier Luigi Bersani si presenta all'alba davanti ai cancelli della Fiat a Mirafiori per l'ultima giornata di campagna elettorale. Il segretario del Partito democratico, che si è intrattenuto brevemente con i lavoratori in entrata e in uscita dalla fabbrica, è fiducioso in vista dell'imminente tornata elettorale. "Dal risultato del voto mi aspetto un incoraggiamento a che le politica torni a occuparsi di lavoro, di temi sociali, e sento che questo tema viene capito". "Come Pd in questi anni - ha detto ancora Bersani - abbiamo passato una fase difficile, però sento la possibilità di un'inversione di tendenza, che arrivi una spinta a dire 'troviamo una strada per cambiare un po' le cose'".

Bersani a Mirafiori Bersani a Mirafiori Bersani a Mirafiori Bersani a Mirafiori Bersani a Mirafiori

PROBLEMI DELLA GENTE - Bersani attacca Berlusconi: "Ha evitato il confronto per non parlare delle promesse fatte che non sono venute. Bisogna che ci occupiamo dei problemi della gente e non sempre della magistratura, delle televisioni, delle ossessioni del nostro premier". "C'è - dichiara il leader del Pd - chi ha affrontato questi temi reali e chi non l'ha fatto perché non ha voglia di pagare dazio e vuole, invece, buttare la questione sul confronto ideologico perché sa bene i miracoli che ha promesso non si sono realizzati".

FIAT - A proposito della Fiat, Bersani afferma che "gli operai sono preoccupati: non può esistere una situazione in cui la Fiat presenta il suo piano al mercato il 21 aprile e il governo non sa niente". "Il governo - incalza il leader Pd - deve convocare le parti. È evidente che abbia perso autorevolezza in questa discussione. Adesso bisogna che trovi il modo di portare al tavolo la Fiat e le organizzazioni sindacali e dire, va bene, vuoi dirci cosa vuoi fare precisamente? E se c’è la possibilità di fare qualcosa in più vediamo assieme come farla".

SFIDA IN PIEMONTE - Bersani parlerà alle 17 a Torino in piazza Villari, a fianco della candidata del centrosinistra Mercedes Bresso (comizio in diretta su Corriere.it). La presidente uscente deve fronteggiare il leghista Roberto Cota nell'unica regione del nord in cui il centrosinistra appare in grado di vincere.

Redazione online

26 marzo 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-03-26

Assemblea degli azionisti oggi al Lingotto per deliberare sul bilancio 2009 e su un nuovo programma

di acquisto di azioni proprie. L'annuncio: "Pomigliano sarà il secondo stabilimento italiano"

Fiat, Montezemolo: "In Italia le nostre radici"

Marchionne accusa sindacati e politici

"Sulla nostra azienda il tiro al bersaglio di molti, non dico i giornalisti che fanno il loro mestiere"

La difesa: "Pagare il dividendo è un atto dovuto. Non chiuderemmo Termini se ci fossero alternative"

Fiat, Montezemolo: "In Italia le nostre radici" Marchionne accusa sindacati e politici

Il presidente della Fiat Montezemolo con l'amministratore delegato Marchionne

TORINO - Nel futuro della Fiat non c'è un disimpegno dall'Italia. Lo ha assicurato il presidente del Lingotto, Luca Cordero di Montezemolo, aprendo stamane l'assemblea degli azionisti, che dovrà deliberare sul bilancio 2009 e su un nuovo programma di acquisto di azioni proprie. "Anche tutte le grandi operazioni internazionali che abbiamo realizzato - ha detto Montezemolo - sono state fatte pensando all'Italia, che è il focus in ogni nostra azione. La storia, le radici, il nostro cuore saranno sempre in Italia". Lo ha ribadito anche l'amministratore delegato Sergio Marchionne: "La Fiat non è andata all'estero per capriccio né per dimenticare l'Italia. Ci siamo andati per rendere questa azienda più forte. Abbiamo allargato la base per rendere il baricentro più stabile".

Montezemolo ha quindi definito l'intesa con Chrysler "una delle più grandi operazioni che si siano mai viste nel settore dell'auto negli ultimi decenni". "Si è trattato - ha detto - di un'operazione straordinaria. Lo è stata dal punto di vista sostanziale, perché ci permetterà di raggiungere notevoli sinergie sui futuri progetti e di allargare la base operativa della nostra azienda".

Dal canto suo, Marchionne ha respinto nuovamente le accuse nei confronti del Gruppo, parlando di "tiro al bersaglio" nei confronti del Lingotto: "Non parlo dei giornalisti, che fanno il loro mestiere - ha precisato - ma di esponenti del mondo politico, sindacale e purtroppo anche imprenditoriale. Non pretendiamo le fanfare, ma non sono giusti neanche i fischi gratuiti". Al contrario, per l'ad della Fiat "l'azienda merita stima e rispetto".

 

In particolare, Marchionne non accetta di essere messo sotto processo per la distribuzione dei dividendi: "Pagare il dividendo è un atto dovuto". E neanche per la prossima chiusura di Termini Imerese: "Non chiuderemmo Termini se ci fossero delle alternative". Al contrario, l'ad della Fiat ha rivendicato i risultati raggiunti dal 2004 a oggi: "La gara di detrattori l'abbiamo già vista, così come abbiamo visto che si sbagliano sempre". Marchionne ha fatto riferimento in particolare agli esponenti sindacali: "I toni e i comportamenti di alcuni esponenti, specie di parte sindacale, danno l'idea che le cose che abbiamo fatto non sono state capite o non sono state volutamente apprezzate, significa vivere in un altro mondo".

Tuttavia l'amministratore delegato della Fiat ha dato ampie assicurazioni in particolare sul futuro di Pomigliano d'Arco che, ha detto, diventerà il secondo più grande stabilimento italiano entro tre anni: "Il programma più rilevante è quello su Pomigliano d'Arco. La nostra attenzione per l'Italia non si ferma. Aumenteremo in modo significativo la produzione di autovetture in Italia".

Delle prospettive generali ha parlato Montezemolo, che si è dimostrato fiducioso per il 2010: "La fase peggiore e più drammatica l'abbiamo lasciata alle spalle e iniziamo a intravedere una ripresa che sarà lunga e lente. Il gruppo Fiat è in buone condizioni". "Anche per la Fiat - ha proseguito - il 2009 è stato un anno complicato, in tutti i settori, in particolare per i veicoli industriali e le macchine movimento terra. L'azienda ha saputo reagire con velocità raggiungendo e addirittura superando gli obiettivi che c'eravamo prefissati".

(26 marzo 2010) Tutti gli articoli di Economia

 

 

 

 

 

 

Il segretario del Pd inizia l'ultimo giorno di campagna elettorale davanti alla Fiat

"Spero che dopo le elezioni si parli di problemi veri perché ne abbiamo un sacco"

Bersani, alba ai cancelli di Mirafiori

"Il lavoro torni al centro della politica"

Un tavolo negoziale con il governo prima del 21 aprile, quando il gruppo automobilistico

presenterà il proprio piano industriale: "Non possiamo diventare la cenerentola della produzione d'auto"

Bersani, alba ai cancelli di Mirafiori "Il lavoro torni al centro della politica"

Bersani con Mercedes Bresso ai cancelli di Mirafiori

TORINO - La crisi economica "non è finita, ne abbiamo ancora un bel pezzo davanti e spero che dopo le elezioni arrivi un segnale affinché si parli di problemi veri, ne abbiamo un sacco". Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che ha aperto all'alba, sotto la pioggia, l'ultima giornata di campagna elettorale incontrando i lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento Mirafiori della Fiat. Con lui la candidata del centrosinistra per il Piemonte, Mercedes Bresso.

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"Abbiamo voluto - ha spiegato Bersani - chiudere qui la campagna elettorale per segnalare cosa abbiamo fatto: non c'è stato luogo, città, regione nella quale non siamo andati, ogni giorno, davanti a una fabbrica, in un quartiere popolare, a incontri con i lavoratori perché voglio che il lavoro torni al centro della nostra discussione pubblica".

"La crisi non è passata - ha aggiunto Bersani - oggi siamo davanti a una grande fabbrica ma potremmo essere davanti a laboratori artigianali, aziende agricole: dobbiamo reagire con una politica economica che dia un po' di lavoro, bisogna fare investimenti, mettere un po' di soldi in tasca alla gente che ha bisogno di consumare perché i consumi sono troppo bassi, occorre che ci occupiamo della vita reale della gente".

Il segretario del Pd ha inoltre ricordato che "in questo paese c'è ancora un caso Fiat, per questo bisogna che si apra un negoziato nazionale, che il governo trovi il modo di portare al tavolo l'azienda e le organizzazioni sindacali per sapere cosa si vuol fare perchè non può esssere che Fiat presenti il suo piano al mercato il prossimo 21 aprile e il governo non ne sappia niente". Bersani chiede dunque un tavolo negoziale prima del 21 aprile: ''Noi non possiamo diventare la cenerentola della produzione d'auto dove produciamo soltanto il 30% di ciò che compriamo. Noi dobbiamo avere assolutamente un negoziato nazionale sull'evoluzione delle cose Fiat che stanno cambiando in modo strutturale e strategico''.

 

Per quanto riguarda invece in particolare il futuro dello stabilimento di Mirafiori, Mercedes Bresso ha prospettato una soluzione incoraggiante, spiegando che ieri ha incontrato l'ad della Fiat Sergio Marchionne: "Non solo - ha detto la presidente della Regione - ci ha dato la rassicurazione che Mirafiori per la Fiat resta essenziale, il cuore progettuale dell'azienda, ma ci ha dato anche la disponibilità a collaborare sul piano della ricerca e dell'innovazione, per la realizzazione dell'auto del futuro proprio a Torino". Si tratterebbe cioè della prima auto a motore ibrido, termico-elettrico.

(26 marzo 2010)

 

 

 

L'UNITA'

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2010-03-26

Bersani all'alba davanti ai cancelli Fiat: la politica torni ad occuparsi di lavoro

Alle Regionali "mi aspetto un'inversione di tendenza rispetto ad anni nei quali abbiamo preso batoste, mi aspetto di conquistare la maggioranza delle Regioni in palio". Così il segretario del Pd Pierluigi Bersani, stamani a Torino. Davanti ai cancelli della Fiat a Mirafiori, dove ha iniziato l'ultima giornata di campagna elettorale, il leader dell'opposizione si è intrattenuto brevemente con i lavoratori in entrata e in uscita dalla fabbrica.

Con i numerosi giornalisti presenti, Bersani ha parlato di temi elettorali: "Dal risultato del voto mi aspetto un incoraggiamento a che le politica torni a occuparsi di lavoro, di temi sociali, e sento che questo tema viene capito" "Come Pd in questi anni - ha detto ancora Bersani - abbiamo passato una fase difficile, però sento la possibilità di un'inversione di tendenza, che arrivi una spinta a dire 'troviamo una strada per cambiare un po' le cose'".

Berlusconi "è nervoso perchè percepisce un problema e cerca di scansarlo, ha difficoltà a parlare davvero di quel che ha fatto il governo del "fare"", ha detto Bersani. "Berlusconi ha difficoltà a rispondere, si fa presto a dire 'governo del fare, ma precisamente cosa si è fatto? - ha detto Bersani - ed è nervoso perchè fino a un paio di mesi fa pensava che saremmo stati all'angolo, confinati in una riserva indiana di 3-4 Regioni e che per tre anni avrebbe avuto delle praterie davanti, ma le cose non stanno così. E alle Regionali mi aspetto un'inversione di tendenza".

26 marzo 2010

 

 

 

 

Montezemolo: "In Italia le radici della Fiat". E Marchionne attacca politici e sindacati

"La nostra storia, le nostre radici e il nostro cuore sono e saranno in Italia". Lo ha affermato Luca Cordero di Montezemolo, aprendo l'assemblea degli azionisti al Lingotto. Montezemolo ha ricordato, a questo proposito, che "siamo alla vigilia della presentazione di un modello che ha in sè l'essenza della migliore italianità. La Giulietta che verrà presentata il mese prossimo, richiama il nostro Paese in tutti i suoi tratti caratteristici: il design, la creatività e la capacità di innovare".

"Il 2009 è stato un anno duro, ma la fase peggiore è alle spalle", ha detto Cordero di Montezemolo, per il quale "la ripresa sarà lenta e lunga, con il 2010 che si prospetta come un anno difficile". Tutti i settori hanno sofferto il crollo della domanda, ha sottolineato Montezemolo, "ma i risultati ottenuti dimostrano che il gruppo Fiat è in buone condizioni".

Montezemolo ha anche sottolineato i risultati molto buoni nelle vendite auto ottenuti soprattutto nei Paesi che hanno erogato incentivi auto, con la forte attenzione del gruppo nei prodotti ecologici. "Il gruppo Fiat ha sempre mantenuto gli impegni presi. Di questo dobbiamo rendere merito a Sergio Marchionne". "Marchionne - ha detto Montezemolo - ha saputo creare e guidare un gruppo di persone di grande valore, capaci, determinate e coraggiose, che trasformano le difficoltà in opportunità e che vivono gli ostacoli come sfide da vincere. Su queste basi, su queste persone e su questa determinazione intendiamo costruire il futuro dell'azienda. Grazie quindi a tutti loro per quello che hanno fatto e continuano a fare ogni giorno".

"Oggi stiamo vivendo un altro gioco pericoloso, un nuovo tiro al bersaglio contro la nostra azienda", ha detto Marchionne, all'assemblea degli azionisti. "Mi riferiscono - ha precisato - non solo a quello che scrivono i giornali, che nella maggior parte dei casi fanno il loro lavoro e riportano dichiarazioni, penso piuttosto alle dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, sindacale e a volte imprenditoriale. La Fiat non pretende di essere salutata ogni giorno con le fanfare, ma non troviamo giusti nemmeno i fischi gratuiti, ci piacerebbe vedere un pò di equilibrio".

"Nessuno può dire che viviamo alle spalle dello Stato o che vogliamo abbandonare il Paese". È uno dei passaggi dell'intervento dell'amministratore delegato del Gruppo, Sergio Marchionne, all'assemblea degli azionisti. "Crediamo nel futuro italiano del Paese - ha aggiunto Marchionne - quello che va bene per l'Italia va bene anche per noi, ma non esistono rapporti a senso unico". Per questo motivo, Marchionne ha chiesto "rispetto per la Fiat, che fa delle gran belle macchine", e ha ricordato che le va riconosciuta "libertà di agire nel contesto mondiale". "Ogni azienda - ha detto al riguardo - ha il diritto e il dovere di fare le proprie scelte".

26 marzo 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-03-26

Marchionne all'assemblea Fiat

"Contro di noi tiro al bersaglio"

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26 marzo 2010

Marchionne all'assemblea Fiat: "Contro di noi tiro al bersaglio". Sergio Marchionne, Luca Cordero di Montezemolo, John Elkann (Ansa)

"Dai nostri archivi"

Marchionne: "In linea con le attese il primo trimestre di Fiat"

Marchionne rinvia ad aprile il "tormentone" spin-off

Fiat, impossibile il "Ritorno al futuro" (Ft)

Fiat, Marchionne: "Piano da 8 miliardi per l'Italia. Su Termini disponibili a trovare soluzioni"

Marchionne avverte: "In Europa sovraccapacità strutturale"

 

Sulla Fiat si è concentrato un tiro al bersaglio non tanto dai giornali, ma "da esponenti politici, sindacali e anche imprenditoriali", tutte critiche che "non tengono per niente conto dei grandi risultati ottenuti dall'azienda negli ultimi anni".

L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, durante il suo intervento all'assemblea degli azionisti, reagisce alle critiche subite in tempi recenti dal Lingotto. Soprattutto a quelle di aver esportato all'estero segmenti importanti della produzione con ripercussioni sull'occupazione in Italia. E in particolare dopo le indiscrezioni di stampa sul piano industriale: Fiat ridurrebbe i modelli da 12 a 8 e taglierebbe circa 5.000 posti di lavoro in Italia. In sintonia con Marchionne il presidente Luca Cordero di Montezemolo, che ha aperto l'assemblea al Lingotto: "La nostra storia, le nostre radici e il nostro cuore sono e saranno in Italia". Montezemolo ha ricordato: "Siamo alla vigilia della presentazione di un modello che ha in sè l'essenza della migliore italianità. La Giulietta che verrà presentata il mese prossimo, richiama il nostro Paese in tutti i suoi tratti caratteristici: il design, la creatività e la capacità di innovare".

"Fiat - ha detto poi ancora Marchionne - non pretende di essere elogiata come ha fatto il presidente Usa Barack Obama dopo l'operazione Chrysler, ma vorrebbe equilibrio e giustizia". Il manager ha spiegato che la Casa torinese "non è andata all'estero per capriccio e dimenticando l'Italia", ma lo ha fatto per crescere, senza però spostare il suo baricentro, che rimane italiano. Per giustificare le sue parole, Marchionne ha detto che Pomigliano d'Arco diventerà "il secondo più grande stabilimento italiano entro tre anni" e la Fiat aumenterà la propria produzione di auto in Italia. Sulla questione di Termini Imerese ha assicurato che, si ci fosse stata una soluzione efficace, il Lingotto avrebbe fatto di tutto per non chiudere lo stabilimento siciliano.

"Da quando è stato costituita ad oggi, la Fiat ha investito nell'impianto di Termini Imerese 552 milioni di euro a cui vanno aggiunti 250 milioni per progetti che non rientravano tra quelli agevolati. Per contro ha ricevuto 93 milioni di contributi a fondo perduto e 164 milioni di prestiti interamente restituiti nei tempi previsti e con gli interessi", ha riferito, numeri alla mano, il top manager del Lingotto.

"Nessuno può dire che viviamo alle spalle dello Stato o che vogliamo abbandonare il Paese", ha proseguito l'a.d. di Fiat, chiarendo che "quello che va bene per l'Italia va bene anche per noi, ma non esistono rapporti a senso unico". Marchionne ha poi precisato che "adesso che non c'é più incertezza pagare i dividendi é un atto dovuto: degli 11 miliardi che é oggi il valore di Fiat in Borsa, quasi 8 miliardi sono dovuti all'impegno degli azionisti negli ultimi 17 anni".

Illustrando i risultati 2009, Marchionne ha spiegato cheil fatturato del Gruppo, pari a 50,1 miliardi di euro, è diminuito del 16% rispetto ai livelli record del 2008, con un calo più

marcato nella prima parte dell'anno, calo poi progressivamente ridotto nei mesi successivi. L'ultimo trimestre infatti ha registrato un aumento dei ricavi del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2008. "L'utile operativo - ha sottolineato l'a.d. Fiat - sarà compreso tra 1,1 e 1,2 miliardi, mentre il risultato netto sarà vicino al break even e l'indebitamento netto industriale superiore ai 5 miliardi di euro".

"Il 2009 è stato un anno difficile per il gruppo Fiat come per tutto il mondo industriale" ha precisato Marchionne, sottolineando che comunque il Lingotto ha reagito con grande rapidità e ha ripensato i propri piani in funzione di un contesto totalmente cambiato". Per il 2010 la Fiat ha annunciato che confermerà i target, anche se l'anno in corso sarà comunque difficile per il mercato europeo dell'auto, che, secondo il top manager Fiat, scenderà del 15 per cento. "Siamo arrivati a livelli così bassi che non si vedevano dal '94 - ha detto Marchionne - nel giro di tre anni si è perso un quarto dei volumi precedenti". (M. Do.)

 

 

 

Per Bersani a Mirafiori lo spauracchio della Lega

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26 marzo 2010

Per Bersani a Mirafiori lo spauracchio della Lega

"Dai nostri archivi"

Bersani sgrida il governo per la "disattenzione totale sulla crisi"

Bersani: "Il premier è nervoso"

Letta (Pd): rifiuta il faccia a faccia? E' odio, altro che amore

L'opposizione in piazza / "Un'altra Italia è possibile"

Bersani: "Priorità in Parlamento sul fisco, non sul processo breve"

 

Davanti ai cancelli della Fiat a Mirafiori, a incoraggiare gli operai, a promettere un impegno maggiore sui temi del lavoro, "sui problemi reali del Paese, che Berlusconi non affronta". È cominciata così, all'alba e sotto la pioggia, l'ultima giornata di campagna elettorale di Pierluigi Bersani, segretario nazionale del Pd.

Davanti alla porta 2 c'è una folla di fotografi, cameraman, giornalisti, e i lavoratori del turno mattutino faticano quasi a varcare i cancelli, e quelli della notte a uscire. Bersani e Mercedes Bresso, la presidente della Regione ricandidata dal centrosinistra, stringono mani, si fermano a parlare con i lavoratori e i sindacalisti. C'è un abbozzo di protesta, ma nessuno alza la voce. "Avete lasciato che l'opposizione sia Di Pietro, anche voi vi state dimenticando del mondo del lavoro, delle fabbriche in difficoltà", attacca un sindacalista della Fiom. "Abbiamo messo tutte le risorse che potevamo contro la crisi - replica Mercedes Bresso - ben più del governo, e chi conosce la differenza tra il bilancio dello Stato e quello della Regione, comprende di che grande sforzo si si sia trattato".

Bersani assicura il suo impegno affinché "venga convocato un tavolo nazionale con l'azienda e i sindacati perché - dice il segretario del Pd - c'è ancora un caso Fiat e non è possibile che il governo non sappia niente del piano che l'azienda presenterà il 21 aprile". I militanti del Pd distribuiscono il volantino "Tute blu, non camicie verdi", con l'invito "a non farsi fregare dalle promesse della Lega". Qualche operaio si ferma, altri tirano dritto. I volti tradiscono stanchezza e preoccupazione: "Ho 34 anni e ho rinunciato ad avere un figlio - dice Daiana, un'operaia - perché non posso programmare il futuro. Ma perché siete venuti all'ultimo momento della campagna elettorale?".

Un altro lavoratore attacca: "State solo ad aspettare che Berlusconi faccia un passo falso, dovevate fare molto di più". Un altro borbotta: "È cinquant'anni che aspettiamo si faccia qualcosa per gli operai, che si abbassino le tasse". Qualcuno si stupisce della folla davanti alla porta 2: "Che è tutto 'sto casino", dice un giovane, "È per la votazioni", gli risponde un collega. Ma alla fine molti promettono il voto a Bresso, che annuncia la possibilità che la prima auto ibrida venga fatta proprio a Mirafiori. Bersani alterna interviste e colloqui con gli operai, poi si sposta alla porta 7, dove incontra gli impiegati e i 'lavoratori professionalì.

L'ultima fatica prima del silenzio elettorale è cominciata alle porte della più importante industria italiana "ma tutti i giorni - racconta - siamo stati davanti a fabbrica, in un quartiere popolare, a incontri con i cittadini". Poi il segretario del Pd parte per Cuneo e Asti, dove sono in programma altri incontri pubblici. Nel pomeriggio tornerà a Torino per chiudere la campagna delle Regionali con un comizio in una piazza di periferia. "Dal voto - dice - mi aspetto un'inversione di tendenza, dopo le batoste degli ultimi anni. Mi auguro che si vinca nella maggioranza delle Regioni, comprese quelle del nord". (Ansa)

26 marzo 2010

 

 

 

Marchionne: "In linea con le attese il primo trimestre di Fiat"

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22 marzo 2010

Marchionne: "In linea con le attese il primo trimestre di Fiat"

"Dai nostri archivi"

Marchionne all'assemblea Fiat "Contro di noi tiro al bersaglio"

Marchionne: "Più flessibilità per affrontare la crisi dell'auto"

Marchionne rinvia ad aprile il "tormentone" spin-off

Fiat, via libera al buy-back da 1,4 miliardi. Montezemolo: "Siamo un gruppo sano e forte"

Fiat, nel primo trimestre previsto utile in crescita

 

Il primo trimestre del gruppo Fiat è "in linea con le attese". Lo assicura l'amministratore delgato Sergio Marchionne, secondo il quale "il mercato dell'auto, come si sapeva, non sta andando bene, ma i risultati del gruppo saranno decorosi nel primo trimestre in quanto stiamo smaltendo il portafoglio accumulato fino a fine dicembre". Parlando a margine dell'assemblea degli azionisti di Sgs, di cui é presidente, Marchionne ha confermato gli obiettivi 2010 per il Lingotto. Secondo Marchionne, invece, il problema é un altro, che "andando avanti senza incentivi il resto del 2010 in Italia e anche in Europa segnerà una flessione, che nel Vecchio Continente é prevista intorno al 16%, mentre in Italia perderemo 300-350mila vetture a 1,750 milioni". Marchionne ha anche rilevato che "il mercato nordamericano é già ripartito, per l'Europa ci vorrà fino al 2011-12. In Italia bisogna svuotare il tubo dall'impatto incentivi. Deve tornare al livello normale di capacità perché gli incentivi hanno anticipato il volume, hanno sforzato il sistema. Ma ora non ci sono più e bisogna gestire la situazione".

L'amministratore delegato del Lingotto ha ribadito che Fiat è in grado di affrontare la situazione solo con Chrysler. Fiat - ha precisato Marchionne - negoziava "con Bmw solo su una vettura ma per il momento ognuno é andato per i fatti suoi. Poi vediamo. Con Chrysler ci siamo trovati un partner che fa 2 milioni di vetture in America, poi abbiamo molti partner per il mondo. Dobbiamo smaltire una mole di lavoro bestiale". L'a.d. del Lingotto ha confermato come target per Chrysler il breakeven a livello operativo quest'anno, mentre ha precisato che tra le condizioni per salire al 35% nella casa americana (di cui attualmente Fiat ha il 20%) figurano la costruzione di una vettura che fa 40 miglia a gallone. "Poi dobbiamo portare la 500 negli Usa e gestire un certo numero di vendite per loro al di fuori dell'America. Tutte cose che vedremo nei prossimi 24 mesi".

Sulla questione degli scorpori - ossia se sia meglio uno scorporo dell'auto oppure di Cnh e Iveco - Sergio Marchionne non ha espresso per il momento un'indicazione chiara e ha rimandato la questione al 21 aprile, quando Fiat illustrerà il piano per il gruppo al 2014. "Non importa chi va da quale parte. È più che altro un affare tecnico. La cosa più importante, se dovesse succedere, é scegliere il metodo più efficiente per realizzarlo dal punto di vista fiscale, commerciale e altro. Questa é l'unica cosa che ci guiderà nel processo. Niente altro".

22 marzo 2010

 

 

 

Chrysler produrrà la Fiat 500 elettrica negli Usa

Negli Usa nel 2012

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La Fiat 500 sarà disponibile sul mercato statunitense anche in un modello elettrico. Lo ha annunciato Chrysler, ormai braccio usa del Lingotto, aggiungendo che il peso molto contenuto della vettura la rende perfetta per dei motori ad alimentazione elettrica. La macchina sarà prodotta negli Stati Uniti ed il suo prototipo era stato già presentato a Detroit durante il salone dell'auto.

"La Fiat 500Ev dimostra i benefici immediati dell'alleanza tra Fiat e Chrysler", ha detto il vicepresidente di Chrysler Scott Kunselman. Si tratta di una notizia di stampo prettamente politico più che industriale: un segnale all'amministrazione Oba che Fiat e Chrysler son impegnate nel piano di risanamento improntato al green Fiat 500 Bev avrà in dotazione batterie agli ioni di litio da 22 kWh che le consentirebbero di avere un'autonomia di circa 140 km nel normale uso con la possibilità di raggiungere una velocità massima di 115 km/h grazie al propulsore elettrico da circa 40 Cv . La ricarica sarebbe assicurata dal caricabatterie di bordo da 3 kW in 7 ore, oppure in soli 40 minuti con il sistema di ricarica rapida.

 

 

 

 

 

 

 

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